I significanti vengono riadeguati, trasformandosi in abiti diversi: la cravatta è sciolta,senza vincoli, scivolando tra il linguaggio formale degli abiti, tra il giorno e la sera. La camicia e la cravatta possono fondersi, dando vita a diverse mutazioni di vestiti e abiti da sera, mentre questi capi vengono indossati con gonne lunghe o corte, tanto da uomini quanto da donne. L’attenzione alla sartorialità, il pragmatismo del daywear e una palette essenziale enfatizzano il dinamismo, l’attività e la modernità. Questi elementi coesistono con l’heritage della Maison, il suo vocabolario distinto — gesti Couture, motivi grafici, artigianato superlativo — e i valori fondanti. In parallelo, un’eredità futura: Rockstud, presentato per la prima volta nel 2010, diventa ora un elemento di punteggiatura in tutta la sfilata, su scarpe e accessori Valentino Garavani. Un doppio linguaggio estetico, tra storia e contemporaneità, rinascimento e punk, è una demarcazione dell’identità poliedrica di Valentino oggi. Strumento sociale di conformità, l’uniformità diventa una lente per valorizzare l’umanità, per accentuare l’individuo. L’omogeneità, anziché spogliare l’individualità, può fungere da cornice per ogni essere umano, le somiglianze esaltano le differenze, amplificando le sfumature. Nello stesso modo in cui il significato di cravatta nera viene frantumato e riassemblato con una nuova definizione, la nostra percezione dell’uniforme viene riconsiderata, le convenzioni distrutte.
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